Haiti
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LA STORIA | EVENTO DEL 20 MARZO 2010 | SOSTENITORI | RENOVATIO | GALLERY | |||
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La Storia
Otto giorni dopo il terremoto che ha sconvolto Haiti un bambino, appena ha potuto respirare senza essere sommerso dalle macerie, ha deciso di lanciarci un segnale. Ha ricordato al mondo che la differenza tra la vita e la morte può dipendere dalle nostre scelte e dai nostri comportamenti. Ha allargato le braccia al cielo per ringraziare la vita che gli ha dato una nuova possibilità di crescere e vivere. Sta ora a noi, se capaci di cogliere questo messaggio, non disattendere le sue aspettative di felicità. Perchè è sempre da noi, elettori ed eletti che dipende il futuro dei bambini del mondo. La maggior parte delle volte l’altro è visto distante dalle nostre vite e dalle nostre giornate, ma non è mai così. Noi ci distinguiamo per generosità ed intelligenza, ma anche per malvagità ed indifferenza. Il nostro compito sarebbe quello di proteggere e sostenere chi in fondo ci permette di vivere come viviamo. Come il sangue di colei che ci ha dato la vita, la terra, ci ricorda che è già tutto presente intorno a noi, aria, cibo, benessere e amore. Solo noi, miopi a volte, non riusciamo a mettere a fuoco ciò che è ovvio, ossia la dignità dell’uomo. Ricordo le mie esperienze in terre lontane che, paradossalmente, non sembrano poi molto distanti se le si osserva dal profondo del cuore. Ogni bambino ha lo stesso sguardo, la stessa voglia di apprendere e la stessa apertura emotiva, sta a noi insegnare e guidare i leader del futuro, i genitori del domani che a loro volta insegneranno esattamente quello che hanno appreso da noi. Se esiste davvero la volontà di guardare oltre e per un futuro migliore del nostro, allora esiste di certo la necessità di cambiare qualcosa, di sensibilizzare ed educare all’arte, al sociale e all’uguaglianza. Perchè ad un certo punto della storia qualcuno tenterà altrimenti di cambiare le cose, ma senza riuscirci. Queste immagini non vogliono essere un percorso preconfezionato ed unico, bensì un punto interrogativo lanciato a chi ha cuore ed orecchie per ascoltare la vera spinta emotiva che le ha generate. Bisogna avere il coraggio di indignarsi davanti alle ingiustizie e alle gratuite sofferenze imposte agli altri. Sento forte in me la necessità di continuare a camminare verso un ideale di solidarietà, perchè la solidarietà è prima di tutto il rispetto per se stessi che diviene poi per altri e quindi per tutti. In questo lungo cammino esistono poi degli incontri che la sorte, o il destino, decide per noi, a me è capitato molte volte con molte persone, ed ultimamente è accaduto nuovamente, ho conosciuto due ragazzi, Claudio Di Gioia ed Andrea Michelangeli e subito, in una cena nella periferia di Roma, si è creata quella speciale alchimia che nessuno sa spiegare davvero, abbiamo deciso di fondare un’associazione culturale no -profit. “La primavera di Haiti” è stato un evento organizzato da “Un piano per la vita”. Il nostro obiettivo era quello di raccogliere le nostre forze organizzative e di persuasione per coinvolgere il maggior numero di aziende ed Istituzioni possibili per creare un momento unico di solidarietà in quella che ormai possiamo tutti definire a Roma la “Basilica della solidarietà”, quella di Sancta Maria ad Martyres, il Pantheon. Tutti noi sappiamo, in fondo che nel profondo del nostro cuore, che basta davvero poco per poter sostenere in dignità gli altri. Proprio durante la serata del 20 marzo 2010 ci siamo resi conto che molte persone erano accorse per condividere questo momento unico e solidale. Tra i nostri invitati era presente l’Ambasciatrice della Repubblica di Haiti presso l’Italia, Geri Benoit, che, dopo un paio di giorni mi ha convocato per una colazione di lavoro e li, ancora una volta il destino ha voluto decidere per noi, facendoci riapprezzare il sapore di un magico incontro. Partii poco dopo con lei alla volta di Haiti e durante i giorni della nostra permanenza mi mostrò gli aspetti più tragici e più vitali del paese. Le persone e le famiglie che combattevano anche prima per una vita migliore e che ora continuano a farlo anche senza un tetto sotto il quale dormire. Ancora una volta, si imponeva una scelta, vivere quella esperienza e voltare poi le spalle oppure impegnarsi per dare un contributo. Tutti coloro che seguono le mie attività sanno che non è per me possibile vivere di indifferenza e quindi siamo di nuovo ad un bivio. Se è vero ciò che spesso scrivo e dico, ossia che il vero lusso è poter scegliere allora la direzione da prendere poteva essere una sola; pubblicare per diffondere ciò che la vita mi regala costantemente, lacrime di gioia e di dolore ed ancora una volta accade tramite gli occhi di un bambino o una bambina che potrebbe essere ognuno di noi. Un bambino si siede al centro della strada, con un bicchiere di carta ed appena un poco di aranciata e sorseggia, con partecipazione, al dramma di chi realmente crede non abbia meno diritti di lui... |
EVENTO DEL 20 MARZO 2010
(discorso di presentazione) |
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Chi entra nel Pantheon per la prima volta non può far a meno di gettare lo sguardo verso l’alto per ammirare la sua imponente volta. Proprio come avviene, in fondo, quando il Signore ci chiama e noi non possiamo fare altro che volgere lo sguardo verso la strada che ci ha indicato.
Rettore arciprete della Basilica
Grazie Monsignore. Certamente questa medaglia è un riconoscimento importante che voglio però condividere con molte persone, con coloro che hanno sostenuto tutte le fasi del progetto di Freedom Park fino al suo compimento, ma anche con chi ha organizzato con me questa serata, in primis, Claudio di Gioia e Andrea Michelangeli. Grazie, davvero.
Responsabile Ufficiale delle iniziative benefiche del Pantheon e Consigliere fondatore dell’Ass. “Un piano per la Vita”
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SOSTENITORI
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Acea s.p.a. |
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Prendo atto degli impegni qui espressi dagli amici di Haiti di accompagnarla nel difficile compito di ricostruzione che l’aspetta. Sarà un processo lungo che richiederà ad ogni haitiano e soprattutto dalle élite economiche, politiche, intellettuali del paese uno sforzo e un impegno senza limiti per mettere e soprattutto per mantenere la nostra nazione sulla via di un progresso continuo. Al di là degli aiuti umanitari necessari nella fase iniziale della ricostruzione, il nostro paese avrà sopratutto bisogno dell’aiuto degli haitiani dell’Interno, dell’esterno (diaspora) e degli stranieri. Da qualche anno il paese è riuscito a mantenere una certa stabilità politica; è una conquista fragile, controcorrente rispetto alle tendenze degli ultimi 25 anni, segnato dal caos, colpi di stato e soprattutto un enorme deficit democratico . Tuttavia, dobbiamo mantenere questa stabilità e consolidarla, in quanto si tratta di una condizione essenziale alla ricostruzione. (...) In nome del popolo haitiano, porgo a tutti i nostri amici nella comunità internazionale, i miei più sentiti ringraziamenti per l’impegno di oggi di sostenere Haiti nello sforzo della ricostruzione. Nutro la ferma speranza che questo sostegno non solo sarà finanziario, e che la comunità internazionale sarà presente a fianco degli haitiani per aiutarli, attraverso un autentico dialogo nazionale che coinvolga tutte le forze politiche e sociali del paese, a definire e stabilire le basi per una autentica modernizzazione delle nostre istituzioni politiche,condizione del progresso economico e del rafforzamento della democrazia. Grazie a tutti e complimenti per la vostra ammirevole partecipazione.
René Préval
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